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Lettere dal buio della mente

19 settembre 2008
Ieri sera sono andata a teatro, a vedere - e sentire - "Lettere dal buio della mente". Quattro bravissimi attori hanno letto le lettere originali scritte nell'ottocento dai pazienti del manicomio di Bologna, il Roncati. Lettere mai inviate, ritrovate intonse nelle cartelle cliniche. Sullo sfondo, immagini di strumenti di contenzione dell'epoca, lettere autografe dei pazienti, cartelle cliniche originali. In mezzo al palco una bravissima danzatrice, avvolta da una lunga benda bianca a frenare progressivamente l'incedere, già volutamente malfermo.
La sensazione di pena e di frustrazione generata dagli strumenti contenitivi, crudeli come solo le torture possono essere, era comunque inferiore all'angoscia provocata dalle parole scritte dai malati. Parole spezzate da sofferenza e confusione, nelle quali la disperazione dell'abbandono e del rifiuto si alternava alla speranza, vana, di essere portati via dal quell'inferno.
Intenso, crudo e angosciante. Eppure abbiamo anche sorriso - appena un po'.
Uno degli attori era mio fratello. Psichiatra, eclettico autore delle musiche originali. Sono molto, molto fiera di lui.
 
posted by Albamarina at 17:58 | |email