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Della vita e della morte

04 novembre 2007
Lasciamo per un attimo il Papa in Vaticano e spostiamoci in ambiti meno scivolosi. Io sono un'insegnante, ho idee politiche radicate, ma so che dovrò insegnare anche segmenti di storia il cui percorso non condivido affatto. Oppure divento avvocato d'ufficio e, per lavorare, devo anche difendere gente che non lo merita. Sono uno scienziato e so che potrei scoprire cose che aiutano o ostacolano la vita. Sono un operatore ecologico e metto veleno contro le zanzare nei tombini, sapendo che finirà in mare. Sono un politico e so a priori che le mie scelte saranno difficili e il compromesso all'ordine del giorno. Mi domando: chi sceglie di fare il medico non sa che si troverà di fronte a impegnativi casi di coscienza? Chi sceglie la facoltà di farmacia non sa che venderà veleni? Esistono più di 300 farmaci dichiarati pericolosi per la salute dall'Organizzazione modiale della sanità, e tanti altri che non sono disponibili in Italia, ma salverebbero vite. Forse troppo poche, per essere prese in considerazione dalle case farmaceutiche. Ecco, i farmacisti, rispetto a questa logica indecente, non obiettano mica.
Io, che sono sempre stata per la libertà di scelta, credo che ci sia un momento per scegliere ed uno per essere coerenti. E la coerenza, come i principi, non si vende e non si obietta.

 
posted by Albamarina at 11:25 | |email