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Lo spartiacque

25 settembre 2007
Non mi riesce di scrivere granché. Gran parte dei pensieri svaporano sotto il malessere del mio personale spartiacque: la differenza tra il prima e il dopo è troppo dolorosa. Niente è più com'era; sono all'angolo di un ring, costretta a rivisitare ogni punto di vista, ogni obiettivo. Non credevo né immaginavo che sarebbe stata così fragile, la mia vita senza padre. Ogni lutto è diverso e a volte non occorre neppure scomodare la morte. Per sentirlo. Ancora non riesco a pensare senza lacrime. E' questo, il mio spartiacque. Sì, mezzo mondo lo conosce già, tanti altri ne hanno di meno sopportabili ancora, tutto è relativo, non sono la prima né l'ultima, potrebbe andare peggio, non s'è accorto di niente. E 'sti cazzi, intanto non c'è più. E lo vorrei qui adesso, a dirmi cosa fare, a spiegarmi come vivere senza. E non mi viene da scrivere niente, perché ogni luce che accendo sul quotidiano mi sembra fioca e tremula. Continuo a vivere e a condividere, tengo famiglia e va seguita e vissuta, altroché. Ma dentro resta questo iato, palese, evidentemente, solo a me.
 
posted by Albamarina at 16:20 | |email