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Certe notti

20 novembre 2006
Ci sono volte in cui non hai voglia di scrivere qualcosa di serio, anche se gli argomenti ci sarebbero, eccome. E anche se non ci fossero, se non li avessi qui appena sotto la pelle, basterebbe guardarsi intorno con più voglia di vedere di quanta ne abbia io adesso.
A volte, preferisco lasciar sonnecchiare la coscienza e lasciare che l'acuto si smussi appena un po', giusto per non farmi male se ci capito sopra. Un lieve sopore, come prima di dormire, quando ti affidi al buio dei sensi sapendo che ti serve, e per poche ore è come se smettessi di vivere. Quando non è la volontà che determina il concetto di bene e male, quando le facoltà sono ostaggio dell'inconscio e tutto accade senza colpe e senza castighi.
A volte preferisco così. Non perché sia più semplice: i nodi sospesi hanno, per definizione, la perfida tendenza a strangolare. Quindi no, non perchè sia più comodo. E' che prima di sostenere una prova, e magari vincerla, è bene prendere un bel respiro. Profondo.
 
posted by Albamarina at 21:39 | |email