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25 maggio 2005
Sono un mito e ne ho le prove

Il mio comignolo, costruito apposta per tener lontani volatili e nidi (avevo scritto uccelli ma ultimamente questa BlogHouse è tormentata dai doppi sensi), è diventato da giorni un allegro condominio per api. La canna fumaria è il loro "tunnel delle streghe" alla fine del quale, come premio per il coraggio dimostrato dai soffici insetti produttori di dolci delizie, c'è la mia taverna. Ora, la taverna è una parte della casa dove, per una serie di circostanze che non sto a spiegare perché non rilevanti, non andavamo da diversi giorni. Ieri ci sono entrata e in un attimo mi sono ritrovata come Tippi Hedren sul set di Uccelli, solo che erano api. Sì, certo, ma vi pare che non li chiamavo, i pompieri? Certo che l'ho fatto; mi hanno dato il numero di un apicultore. Il quale è venuto, ha fatto un salto indietro quando ha visto la taverna nera e ronzante, ha guardato il comignolo, me l'ha descritto (grazie al cappero, mica avevo bisogno di lui per sapere com'é fatto il mio comignolo) e se ne è andato. Senza far niente. Il racconto ora potrebbe prendere una piega avventurosa e avvincente ma poiché mi torna la nausea al solo pensiero dell'orribile odore del ddt (chiamatelo come vi pare, sempre schifezza resta), mi limiterò all'essenziale. Bardata come un ghostbuster, aspirapolvere in una mano e insetticida nell'altra, ho avuto ragione del minaccioso esercito bicolore.
Post terminato. Potete applaudire.
 
posted by Albamarina at 13:10 | |email