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11 gennaio 2004
 Volevo nascere scrittore

Invece sono nata musicista. Non male, certo; la creatività è presente anche se incanalata diversamente. Il fatto è che, obiettivamente, non so usare le parole come vorrei. E’ durante queste tempeste di riflessioni che mi domando come mi si legge "da fuori" e, sempre sballottata dalle suddette, avverto il disagio della non padronanza della mia bellissima lingua madre. Una frustrante consapevolezza che credo si possa paragonare a quel che prova un appassionato di musica che non sa suonare strumento alcuno. Sragiono? Sragiono, e a voce alta, per giunta... In più, mi capita di pensare a chi mi leggerà e questo rischia di creare storture stilistiche, argomentative e di pensiero. Ritorno allora alla mia accorata e un po’ ruvida "dichiarazione di indipendenza" espressa nel post di qualche tempo fa.
Una volta un tizio mi disse che era un uomo comune che voleva diventare un uomo normale. Frase preconfezionata come un pacchettino di caramelle un po' vecchio... ecco, io vorrei tanto che il mio blog fosse proprio il contrario: una "immota turbolenza" per lo stomaco di chi mi legge.
Abbiano pazienza i lettori distratti, quelli amici, quelli casuali: molti di loro troveranno questo blog ragionevolmente privo di senso. Perché prima di tutto, a dispetto della mia inadeguatezza compositiva, io scrivo per me. Prosit.
 
posted by Albamarina at 01:05 | |email